La globalizzazione e la conseguente attenuazione delle specificità e delle differenze tra i popoli ha portato al bisogno di ricerca e di recupero delle diversità e di tutto ciò che è locale (e non globale) e tipico di un territorio.
Lââ¬â¢Unesco ha più volte sostenuto lââ¬â¢importanza della salvaguardia e della promozione delle diversitàculturali e in generale della tutela e della valorizzazione del patrimonio culturale immateriale. Lo studio, il recupero e la valorizzazione delle tecniche artigianali tradizionali, dei saperi locali e dei mestieri antichi legati ad un determinato territorio risultano fondamentali per lo sviluppo sociale e culturale della comunitàche ci vive, affinchè si possa formare una memoria storica ed una ereditàculturale da trasmettere alle generazioni future. Inoltre, i beni immateriali legati ad uno specifico territorio portano alla luce il rapporto-scontro tra locale e globale, tra tradizione e modernità, nonché tra produzione e creativitàindividuale da un lato e produzione massificata e seriale dall'altro, costituendo dunque un' occasione fondamentale per lo sviluppo economico e per il rilancio del turismo nel territorio. Conoscere l'artigianato e i mestieri antichi molisani ne permette la riscoperta e la valorizzazione da parte delle generazioni presenti e future e funge da veicolo di promozione, di rilancio e di crescita locale. Gli artigiani molisani ancora oggi creano prodotti unici ed autentici, rispettando la tradizione e gli antichi metodi di lavorazione. Famosi sono l'acciaio traforato di Campobasso, le campane di Agnone, i coltelli di Frosolone, i pregiati merletti al tombolo di Isernia e la zampogna di Scapoli. Altre espressioni artigianali tipiche del territorio sono la lavorazione del legno, della ceramica e del vetro. A Campobasso lââ¬â¢introduzione del traforo viene fatta risalire alla seconda metàdel XVIII secolo, quando Carlo Rinaldi, proveniente da una famiglia di lavoratori dellââ¬â¢acciaio, iniziò ad utilizzare questa tecnica che permetteva di creare quasi dei ââ¬Åricamiââ¬Â dââ¬â¢acciaio. Ad Agnone l'arte della fusione del bronzo è una tradizione millenaria. Ancora oggi vengono prodotte campane perfettamente decorate che trovano posto nei campanili dââ¬â¢ogni parte del mondo. Frosolone invece è rimasto l'unico centro del Molise a produrre coltelli e forbici tipici e caratteristici quali lo ''Sfilato'', la ''Zuava'' (il tradizionale coltello dei pastori del Centro-Sud Italia), il ''Mozzetto'' e la ''Roncola''. A Campobasso inoltre la lavorazione dei coltelli e delle forbici con la tecnica del traforo ha permesso di realizzare vere e proprie decorazioni e motivi ornamentali. Per quanto riguarda l'arte della tessitura, questa veniva fatta a mano su telai semplici e rudimentali. Era un'attivitàlasciata all'abilità, al gusto e alla creativitàdelle donne. Venivano realizzate coperte, stuoie, pizzi, merletti e quant'altro. Soprattutto nelle lunghe serate invernali le filatrici della lana realizzavano calze, maglioni, maglie, scialli e coperte. Il lavoro durante lââ¬â¢inverno veniva svolto nelle stalle dove la gente era solita trascorrere la serata al caldo delle mucche. Le donne di Isernia si tramandano unââ¬â¢arte che risale al 1400, quando le suore spagnole del convento benedettino di S. Maria delle Monache introdussero la lavorazione del merletto a tombolo e diffusero quest' arte tra le loro educande. Le merlettaie al tombolo utilizzavano il ''pallone'' (un cuscino a forma di rullo) e i ''tummarielli'' (piccoli strumenti di legno di varie forme e misure). Per le donne che non andavano in campagna il tombolo era unââ¬â¢attivitàproduttiva destinata alla realizzazione di corredi, tende, lenzuola e copriletti. Alcune frazioni di Scapoli ospitano ancora oggi piccole botteghe artigiane dove vengono costruite le zampogne, i tipici strumenti pastorali che caratterizzano il Natale del mondo occidentale. La zampogna molisana è realizzata con legno di ciliegio o di ulivo, d'albicocco, di prugno o di mandorlo stagionato al sole, assemblato a pelli di capra o di pecora opportunamente trattate. Gli zampognari si muovevano in coppia. Uno suonava la zampogna, strumento simile ad una cornamusa, l'altro la ciaramella, strumento a fiato fatto di canne. Indossavano un giubbotto senza maniche di montone ed un cappello a punta con nastri rossi intrecciati. Gli zampognari scendevano dai monti e dai piccoli villaggi verso le cittàper rimanervi per la durata della novena (15-23 dicembre). Allietavano gli abitanti con canti e note natalizie. Anche la lavorazione dell'argilla è una delle più antiche attivitàartigianali del Molise ed era frequente appartenere ad una famiglia di ''pentolai''. Oggi soltanto poche unitàcontinuano a muovere il tornio e a modellare la creta per trarne pentole e tegami. E poi c'era lo scalpellino, un mestiere un tempo assai diffuso in Molise. In alcuni centri come Oratino, piccolo paese della provincia di Campobasso, diversi artigiani hanno fatto dellââ¬â¢intaglio della pietra la loro attivitàprincipale. Lo scalpellino lavorava e decorava blocchi di pietra utilizzata per abitazioni, sentieri e marciapiedi. Creava inoltre oggetti ornamentali quali ad esempio fontane, colonne e architravi. Dava alla pietra la forma voluta e quando necessario la lavorava ulteriormente con motivi decorativi. In Molise, terra di pastorizia e transumanza, non poteva mancare la figura del pastore. Altre figure legate alla transumanza erano il massaro (uomo di fiducia del proprietario del gregge, situato al vertice della gerarchia e spesso proprietario egli stesso di armenti), i cascieri (addetti alla produzione del formaggio), i butteri (addetti alla custodia di cavalli, muli, asini adibiti al trasporto delle masserizie durante gli spostamenti periodici delle greggi) e i carosatori (addetti alla tosatura delle pecore). In determinati periodi dell'anno è ancora possibile assistere allo spostamento del gregge in transumanza.
14/01/2020
Caudio Varriano
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