Tradizioni, storia e folclore sono parole che spesso rimandano al passato, un tempo ormai trascorso, lontano, non più vivo, ma che riportano alla memoria i canti, le danze e i riti che hanno contraddistinto la storia dei popoli.

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Nella nostra Regione, le tradizioni popolari rimandano a gesti, suoni e colori che, seppur differenti da quelli odierni, continuano ad esistere e a ripetersi quali eredità tangibili dei popoli a cui sono appartenuti e quale precisa volontà di non dimenticare ciò che è stato trasmesso. Storie, leggende, passato e presente che si mescolano, tornano ad essere per un giorno, un presente che ci appartiene e che costituisce il nostro patrimonio comune, il nostro vincolo di appartenenza. Ed ecco che per un giorno, il 1° Maggio di ogni anno, se si vuole, si può tornare indietro nel tempo e rivivere quella che viene chiamata la festa ''Maja''. Siamo ad Acquaviva Collecroce, un piccolo paese di origine medievale, di circa 800 abitanti o poco più, situato a ridosso di una piccola collina che domina la valle, piccolo centro appartenente alla minoranza croata che, sapientemente, ha saputo mescolare modernità e tradizione nell'annuale festa ''Maja''. L'attesa è grande soprattutto per gli abitanti che si riversano nelle strade, perché tale festa costituisce un momento irrinunciabile nella vita degli Acquavivesi, un momento che segna il legame con le loro tradizioni, con la loro terra d'origine e la loro lingua, quella slava, che è rimasta ancora oggi intatta e che si può ascoltare nelle piazze e nelle strade del paese. La festa è un rito antico, una sorta di giorno del ringraziamento, un rito d'auspicio per un prospero raccolto dei frutti della terra. Il tutto si svolge con la sfilata di un fantoccio, a forma di cono, dentro il quale si infila una persona, ricoperto di foglie di quercia, spighe di grano ed una varietà di primizie, accompagnato dagli abitanti del paese che, in una molteplicità di canti e balli, appendono fiori e doni. E' bello sapere, è bello vedere quanto gli Acquavivesi tengono a mantenere viva questa tradizione, perché attraverso di essa hanno saputo dare ulteriore significato alle proprie radici ed è bello vedere la gioia e l'allegria nei volti della gente che sfila per le strade del paese che, in occasione della festa, torna a popolarsi. Tutto ciò lo si può verificare di persona perché il Molise con i suoi piccoli centri, dove ancora oggi sono vive le tradizioni, sa dare ''vita'' e significato alle radici, sa dare memoria e forza alle tradizioni, e sa trasmettere, con piccoli gesti, il calore di una terra dove convivono realtà diverse, mare e montagna, e dove si mescolano passato e presente nella loro unicità. Foto e articolo prese online


12/03/2019

C.Varriano

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