Un maniero medievale trasformato in elegante dimora signorile nel rinascimento. Entrando nelle sue stanze ci si inebria degli affreschi cinquecenteschi di Donato da Copertino, con i suoi paesaggi e allegorie. Qui si intrecciano storia, arte e paesaggio con sapori antichi

Image placeholder

In un territorio di frontiera tra Molise e Puglia caratterizzato da rilievi montuosi, nel tredicesimo secolo Riccardo da Pietravalle divenne il signore di un luogo che prenderà il nome dal suo difetto fisico: Gambatesa. Il controllo delle vie di transumanza fece la ricchezza delle famiglie che si succedettero come signori del posto. Il locale castello è simbolo di questa prosperità. La famiglia Capua, divenutane proprietaria nel 1484, rivoluzionò l’architettura del castello, abbattendo molte delle severe architetture militari medievali e ingentilendolo per farne un palazzo signorile. Di conseguenza questa dimora assume il binomio “di Capua” e “Gambatesa”, rispettivamente dai nomi dei primi proprietari e dal nome di chi rimodellò definitivamente l’ edificio. blog molisetour.it Nel 1550 Vincenzo di Capua contrattò il pittore Donato da Copertino per decorare le stanze della dimora con un ciclo di affreschi celebrativo della famiglia. Il pittore si era formato alla scuola di Giorgio Vasari e quando lavorò a Gambatesa egli conosceva già i grandi cicli pittorici romani della prima metà del cinquecento. Conosceva le tecniche pittoriche più in voga all’epoca. Tutto ciò si riflette nella qualità degli affreschi in questo castello. Nel Salone delle Virtù, nella Sala delle Maschere, nella Sala del Camino, nella Sala del Pergolato, nello Studiolo, nella Sala del Canneto e nella Sala dell’ Incendio gli spazi sono come un museo e una galleria illusori che illustrano i diversi generi e temi della pittura del cinquecento. blog molisetour.it Arricchisci la tua visita con una piccola caccia al tesoro, cercando nelle varie sale i piccoli particolari negli affreschi! Molti hanno significati simbolici. Per esempio, una piccola tartaruga accoccolata nelle rovine antiche della Sala del Canneto, rappresenta la modestia. Modestia che non doveva certo essere una caratteristica di Donato, visto che si permise di apporre la sua firma sulla soprapporta del salone principale, quello “delle Virtù”: ciò non fece piacere al suo committente che non gradì il gesto esuberante dell’artista e la fece ricoprire. Oppure, nella Sala delle Maschere sopra alla firma dell’autore dei ciclo di affreschi, una piccola tarantola con la sua tela: venne dipinta da Donato da Cupertino per collegare simbolicamente il proprio lavoro con l’ operosità legata a questo insetto. blog molisetour.it Il Castello di Capua offre anche due esposizioni di arte contemporanea che danno un assaggio dell’arte pittorica di età moderna e contemporanea: parte della collezione Eliseo e parte della collezione Romeo Musa . In questo modo il castello diventa un luogo dove poter godere dell’arte pittorica sviluppatasi in cinquecento anni in un luogo immerso in un tipico paesaggio appenninico. foto e articolo preso online


18/09/2019

C.Varriano

20334

Facebook