…Pettorano, Carpinone, Isernia, meritereste che su di voi non venisse più né pioggia né rugiada, fin che durerà la memoria dei nostri, ingannati e messi in caccia e uccisi pei vostri campi e pei vostri boschi!...
Così scriveva Giuseppe Cesare Abba nel suo celebre ''Da Quarto al Volturno'' cronistoria dellââ¬â¢impresa garibaldina del 1860. Ma cosa accadde nel Molise di tanto orrendo da far scrivere quelle parole allo storico garibaldino? Nel suo ultimo libro ''Pietàper i vinti'' lââ¬â¢amico Antonio Grano racconta lââ¬â¢Unitàdââ¬â¢Italia e gli avvenimenti dal 30 settembre al 20 ottobre 1860 a Isernia e dintorni dove si combatté una fra le pagine più sanguinose del Risorgimento con lââ¬â¢enigma delle ââ¬Åteste mozzateââ¬Â. Accadde che nel Molise ci fu una strenua resistenza dei ââ¬Åcafoniââ¬Â allââ¬â¢avanzata dei garibaldini che si distinguevano per crudeltà, saccheggi, stupri avendo fatto infiltrare tra le loro fila masnade di avventurieri di ogni risma e di ogni regione dââ¬â¢Europa, veri lanzichenecchi sotto le vesti di liberali. Guai a chi veniva additato come borbonico: tutti contro di lui, era come un marchio dââ¬â¢infamia ed una maledizione che si estendeva anche ai figli. Tornando ai fatti raccontati da Cesare Abba, ad Isernia ci furono continui cambi di fronte. Ai garibaldini che occuparono e rapinarono la cittàcon violenze di ogni tipo fecero seguito rivolte popolari che scacciarono lââ¬â¢invasore che tentò poi di riconquistare il terreno perduto. Una colonna di Garibaldini al comando del colonnello Nullo da Boiano marciò il 17 ottobre verso Isernia, facendo sosta per riposare a Pettoranello che dista pochi chilometri dal capoluogo molisano. A nulla valsero gli allarmi lanciati dai suoi uomini che avevano visto gruppi di ââ¬Åcafoniââ¬Â che dalle vicine alture di Castelpetroso, armati di forconi, uncini ed altre armi improvvisate avanzavano verso di loro. Quando Nullo si rese conto del pericolo era ormai troppo tardi e non trovò di meglio che fuggire con la scusa di andare a chiedere soccorso a Boiano. Fu un eccidio, unââ¬â¢ecatombe con la maggior parte dei garibaldini scannati e massacrati dai popolani fra i quali le donne erano le più inferocite. Qualche giorno dopo allââ¬â¢ingressi di Isernia vennero esposte le teste di alcuni molisani ed intorno a questo fatto si sono susseguite ipotesi, smentite, precisazioni. Le foto delle teste vennero addirittura attribuite ai ââ¬Åboxerââ¬Â della rivolta cinese del 1900 ma alcuni documenti dellââ¬â¢archivio storico dello Stato Maggiore dellââ¬â¢esercito italiano (fasc. 19, busta 60) confermerebbero che si trattava dei resti dei ââ¬Åcafoniââ¬Â molisani. Ha scritto Antonio Caprarica: ââ¬Å lââ¬â¢orrore di Isernia spalanca un baratro in cui fa paura guardare. Una spirale senza fine di rappresaglie e depravazioni, che per più di cinque anni faràdi questo conflitto intestino la guerra più feroce mai combattuta fra italiani. Almeno fino alla replica del 1945. foto e articolo preso online
26/08/2019
C.Varriano
20038