Avete mai sentito parlare delle tavole di San Giuseppe? Si tratta di una tradizione religiosa e popolare molto diffusa in tutto il Molise, oltre che nel Sud Italia e in diverse regioni europee, caratterizzata dalla preparazione di ben tredici pietanze, servite ai commensali il giorno del 19 marzo, data in cui la Chiesa Cattolica ha deciso di ricordare il Santo.

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La festa in onore di San Giuseppe in Molise Si tratta indubbiamente di una tradizione molisana che affonda le sue radici in tempi antichissimi, se pensiamo che i primi a celebrare San Giuseppe furono addirittura i monaci benedettini nel 1030. Fino al 1977 questo giorno era considerato festivo, come lo è ancora in alcuni cantoni della Svizzera e in alcune province della Spagna, mentre in Italia da quell’anno in poi, fu designato come giorno feriale. San Giuseppe, sposo di Maria e padre di Gesù, era un uomo giusto, umile ed ubbidiente, e nel giorno della sua festa si cerca di sottolineare e riaffermare questi importanti valori, soprattutto nei confronti delle nuove generazioni, attraverso la realizzazione delle famose tavolate che, anticamente, venivano allestite nelle case delle famiglie miracolate dal Santo e messe a disposizione dei più poveri, che in questo modo potevano rifocillarsi. Le tavole di San Giuseppe La preparazione delle tavole di San Giuseppe avviene in moltissimi comuni del Molise e secondo modalità che sono pressoché identiche, se non per qualche variazione nelle pietanze che vengono servite. Il giorno della vigilia e dell’antivigilia, ovvero il 18 e il 17 marzo, le famiglie sono tutte molto indaffarate nella preparazione dei tredici piatti poveri che diventeranno i protagonisti della tavolata. L’elemento che di certo accomuna tutte le tavolate molisane, è la presenza di un quadro o una statua raffigurante il Santo, immancabile durante questo importante giorno di celebrazione. Altarini vengono posizionati anche lungo i vicoli e, dopo le funzioni religiose, e la consueta processione che di solito si effettua nella tarda mattinata del 19 marzo, ci si siede attorno alla tavolata per mangiare e pregare San Giuseppe. L’usanza vuole che vengano scelte le persone che dovranno interpretare la Sacra Famiglia, e quindi un uomo anziano sposato, una donna ed un bambino, mentre in alcuni paesi è tipico invitare dodici uomini che rappresentino gli apostoli. Anche i forestieri di semplice passaggio sono invitati alla tavolata, dal momento che a nessuno viene rifiutato un posto in questo giorno di festa. Ma quali sono queste tredici pietanze? C’è da dire che ogni paese ha i suoi piatti tipici e in alcuni casi le pietanze arrivano anche a diciannove. Si tratta sostanzialmente di tredici piatti magri, come antipasto di alici e sottaceti, spaghetti con la mollica o con il tonno, riso bollito nel latte, baccalà arracanato e a insalata, polpette di magro, lenticchie, piselli, peperoni ripieni, cavolfiori o broccoli lessi, i deliziosi calzoni di San Giuseppe, tipici di Riccia , e molto altro ancora. Il pranzo si protrae lungo tutto il pomeriggio e in diversi paesi vengono accesi magici falò durante la serata, attorno ai quali gli abitanti del posto si riuniscono per cantare e pregare, bevendo vino. Senza dimenticare la preparazione del pane, altro elemento che accomuna i festeggiamenti in onore di San Giuseppe in tutto il Molise. Pane che spesso viene poi distribuito ad amici, parenti e persone bisognose. Le tavole di San Giuseppe rappresentano una delle tradizioni molisane più amate e sentite, alla quale non rinunciano paesi come Riccia, Castellino del Biferno, San Martino in Pensilis, Casacalenda, Larino, Bonefro e tanti altri comuni molisani. Una buona idea per farsi invitare a pranzo (tanto nessuno può dire di no ) e scoprire uno degli aspetti più profondi e affascinanti della nostra cultura, non trovate? foto e articolo presi online


19/03/2019

Sara Carriero

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