Le ferie sono finite, e con l’avvicinarsi dell’autunno è necessario iniziare a pensare alla vaccinazione antinfluenzale come ogni anno, per non farsi trovare impreparati all’arrivo del virus durante l’inverno.

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Quest’anno le raccomandazioni per la stagione influenzale 2018-2019 sono state pubblicate con grande anticipo dal ministero della Salute, con una circolare della direzione generale della Prevenzione sanitaria del 30 maggio scorso, allo scopo di dar modo alle Regioni di predisporre per tempo le gare necessarie all’approvvigionamento dei vaccini. L’elenco delle categorie a maggior rischio che possono accedere gratuitamente alla vaccinazione antinfluenzale è riportato nel dettaglio nella Tabella 1 allegata alla circolare e comprende quest’anno anche i donatori di sangue. Il documento ricorda anche l’importanza della vaccinazione per le donne nel secondo e terzo trimestre di gravidanza, in accordo con le raccomandazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Quando è bene vaccinarsi La campagna vaccinale abbraccerà l’intera stagione autunnale, da ottobre a dicembre. La protezione inizia circa dopo due settimane dalla somministrazione, e perdura per circa sei-otto mesi. Essa va rinnovata ogni anno, anche perché – oltre a declinare – possono anche cambiare i ceppi dei virus in circolazione (si veda sotto). Le raccomandazioni del Ministero della salute indicano che il vaccino antinfluenzale è indicato per tutti, a partire dai 6 mesi di età, in assenza di specifiche controindicazioni. Tutte le persone non rientranti nelle categorie elencate in Tabella 1 possono acquistare il vaccino in farmacia con prescrizione medica. Il vaccino antinfluenzale non deve essere somministrato ai lattanti al di sotto dei sei mesi e a chi abbia manifestato una reazione allergica grave (anafilassi) dopo la somministrazione di una precedente dose o una reazione allergica grave (anafilassi) a un componente del vaccino. Altre controindicazioni temporanee segnalate dal Ministero includono la presenza di una malattia acuta di media o grave entità, con o senza febbre, nel qual caso la vaccinazione va rimandata a guarigione avvenuta. La sindrome di Guillain-Barré costituisce controindicazione alla vaccinazione solo se la malattia è insorta entro sei settimane dalla somministrazione di una precedente dose di vaccino antinfluenzale, mentre rappresenta un motivo di precauzione se non appare essere correlata a vaccinazione antinfluenzale ed è insorta da più di un anno. Rappresentano, invece, false controindicazioni segnalate dalla circolare ministeriale l’allergia alle proteine dell’uovo, con manifestazioni non anafilattiche, le malattie acute di lieve entità, l’allattamento, le infezioni da HIV o altre immunodeficienze congenite o acquisite. In caso di immunodepressione, che non costituisce una controindicazione, la somministrazione del vaccino potrebbe non evocare una adeguata risposta immune, e anche la somministrazione di una seconda dose non migliora la risposta anticorpale in modo sostanziale. La circolare segnala infine che in caso di somministrazione simultanea di più vaccini, il vaccino antinfluenzale non interferisce con la risposta immune ad altri vaccini inattivati o vivi attenuati. Gli effetti collaterali comuni dopo somministrazione di vaccino antinfluenzale consistono in reazioni locali, quali dolore, eritema, gonfiore nel sito di iniezione. Le reazioni sistemiche comuni includono malessere generale, febbre, mialgie, con esordio da 6 a 12 ore dalla somministrazione della vaccinazione e della durata di uno-due giorni. La circolare ministeriale ricorda anche eventi avversi rari quali trombocitopenia, nevralgie, parestesie, disordini neurologici e reazioni allergiche gravi; a questo riguardo è importante segnale sempre in modo tempestivo tutte le supposte reazioni avverse al sistema di farmacovigilanza, in modo da escludere l’associazione tra la vaccinazione e eventi indesiderati. Prevenire è sempre la prima arma a disposizione Il ricorso alla vaccinazione non deve far perdere di vista l’importanza di mettere sempre in atto le basilari misure di igiene e protezione individuale come mezzo fondamentale per prevenire la diffusione del virus tra persone diverse. Basta uno starnuto o un colpo di tosse, o un contatto con chi abbia le mani contaminate dalle secrezioni respiratorie, per avviare il contagio. È improntante evitare di toccarsi occhi, naso o bocca per non trasmettere al proprio corpo il virus dopo essere entrati in contatto con una persona malata. Tra le misure misure di protezione personale non farmacologiche raccomandate dal Centro europeo di prevenzione e controllo delle malattia (Ecdc) vi è il regolare ricorso al lavaggio delle mani, per almeno 40-60 secondi ogni volta, che devono anche essere accuratamente asciugate. In assenza di acqua è possibile far ricorso ai prodotti disinfettanti per le mani a base alcolica. È bene anche coprire sempre con la mano la bocca e il naso quando si starnutisce o tossisce, utilizzare fazzoletti monouso da smaltire correttamente, lavandosi le mani subito dopo. In caso d’insorgenza di malattie respiratorie febbrili, specie in fase iniziale, la persona malata dovrebbe restare a casa per qualche giorno per evitare la disseminazione dei virus; in ogni caso, è bene evitare il contatto stretto con le persone ammalate, ad esempio mantenendo una distanza di almeno un metro da chi presenta sintomi dell’influenza, ed evitare posti affollati. In caso di contatti stretti è possibile far indossare le mascherine chirurgiche alle persone con sintomatologia influenzale. Gli obiettivi del piano vaccinale 2018-2019 Riduzione del rischio individuale di malattia, ospedalizzazione e morte, del rischio di trasmissione a soggetti ad alto rischio di complicanze o ospedalizzazione e riduzione dei costi sociali connessi con morbosità e mortalità sono gli obiettivi al centro della campagna vaccinale di quest’anno. L’Oms e il Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale 2017-19 indicano, rispettivamente, il raggiungimento di una copertura antinfluenzale minima del 75%, che sale al 95% negli ultrasessantacinquenni e nei gruppi a rischio. La composizione del vaccino tetravalente per la stagione vaccinale 2018/2019 è stata stabilita dall’Oms nel febbraio 2018 sulla base delle caratteristiche dei virus circolati nella stagione influenzale 2017/2018, e per l’emisfero settentrionale include: – l’antigene analogo al ceppo A/Michigan/45/2015 (H1N1)pdm09; – l’antigene analogo al ceppo A/Singapore/INFIMH-16-0019/2016 (H3N2); – l’antigene analogo al ceppo B/Colorado/06/2017 (lineaggio B/Victoria); e – l’antigene analogo al ceppo B/Phuket/3073/2013-like (lineaggio B/Yamagata). La variante antigenica di sottotipo H3N2 (A/Singapore/INFIMH-16-0019/2016) sostituisce quest’anno il ceppo A/Hong Kong/4801/2014, mentre la nuova variante antigenica di tipo B (B/Colorado/06/2017), lineaggio B/Victoria sostituisce il ceppo B/Brisbane/60/2008. Nel caso dei vaccini trivalenti, inoltre, per il virus dell’influenza B l’Oms ha raccomandato l’inserimento dell’antigene analogo al ceppo B/Colorado/06/2017 (lineaggio B/Victoria). Aumentare la protezione dei gruppi a rischio La circolare indica anche le azioni volte ad aumentare la copertura vaccinale nei gruppi a rischio, puntando ad uniformarle a livello nazionale, anche attraverso un maggior coinvolgimento dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta, e una maggiore sensibilizzazione sull’importanza della vaccinazione antinfluenzale anche a livello di medici specialisti ospedalieri, associazioni dei malati e le associazioni per gli anziani. Tra le azioni suggerite dal Ministero vi sono la creazione di una lista di soggetti estratti sulla base degli elenchi di esenzione per patologia, presenti a livello di ASL/Regione e la possibilità di richiedere ai medici di medicina generale e ai pediatri di libera scelta l’elenco dei soggetti loro assistiti che presentino condizioni di rischio per cui la vaccinazione è raccomandata. Un’attenzione particolare va posta anche al personale sanitario, in particolare quello operante nei reparti ospedalieri a rischio più elevato, che è particolarmente esposto alle interazioni con le persone affette da influenza e i loro familiari. Il monitoraggio della copertura per fascia di età verrà effettuato mediante invio dei dati relativi alle dosi del vaccino somministrate nella popolazione target al sistema informatizzato di registrazione predisposto dall’Istituto superiore di sanità. A tale scopo, sono disponibili online le due schede appositamente predisposte, compilabili a questo indirizzo. I dati informatizzati saranno inseriti nella piattaforma web dalle Regioni, in via provvisoria, entro e non oltre il 31 gennaio 2019 e in via definitiva entro e non oltre il 15 aprile 2019. I vaccini disponibili Attualmente in Italia sono disponibili vaccini antinfluenzali trivalenti (TIV) che contengono due virus di tipo A (H1N1 e H3N2) e un virus di tipo B, oltre a vaccini quadrivalenti che contengono due virus di tipo A (H1N1 e H3N2) e due virus di tipo B. Un riassunto delle caratteristiche dei vaccini disponibili è riportato sul sito dell’Agenzia italiana del farmaco. La circolare ministeriale sottolinea come non tutti i vaccini autorizzati per l’uso siano necessariamente disponibili sul mercato italiano. Ogni Regione, poi, è libera di indire gare per la fornitura dei vaccini per la stagione vaccinale, tra quelli disponibili sul mercato. Tra le diverse tipologie di vaccino contro il virus dell’influenza, la circolare del Ministero ricorda i vaccini influenzali inattivati, un mix di vaccini a virus split e subunità. Nei primi, il virus è stato distrutto da un detergente, mentre nei vaccini a subunità, i frammenti di RNA virale HA (codificante per l’emoagglutina) e NA (codificante per la neuroaminidasi) sono stati ulteriormente purificati mediante la rimozione di altri componenti virali. La circolare sottolinea anche come l’adiuvante MF59, un’emulsione olio-in-acqua composta da squalene come fase oleosa, è contenuto solo in un vaccino trivalente, mentre gli altri prodotti inattivati non contengono un adiuvante. Il vaccino LAIV quadrivalente, infine, è un vaccino influenzale vivo attenuato somministrato con spray intranasale e autorizzato per l’uso in persone di età compresa tra 2 e 59 anni. I ceppi influenzali in esso contenuti sono attenuati in modo da non causare influenza, adattati al freddo e sensibili alla temperatura, in modo che si replichino nella mucosa nasale piuttosto che nel tratto respiratorio inferiore Un’attenzione particolare è stata quest’anno riservata anche a chi soffre di allergie al lattice: la circolare sottolinea come l‘indagine condotta da Aifa abbia verificato l’assenza di lattice/latex/gomma naturale nelle diverse componenti delle siringhe pre-riempite (es. cappuccio, pistone, tappo) dei vaccini influenzali autorizzati per la stagione 2017-2018.


01/11/2018

C.Varriano

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