Nel Molise l’artigianato è ancora molto vitale. 3/3

L' artigianato a Isernia si connota per la finezza delle ceramiche, del rame sbalzato e del ferro battuto, la cui lavorazione, oltre che nelle botteghe artigiane, si apprende nell'Istituto Statale d'Arte che ha assorbito, esaltandola,

la maestria di impareggiabili maestri artigiani. Un tempo, nella città abbondavano fonderie, lanifici, pastifici, cartiere, centrali idroelettriche favorite dalle acque del Carpino e del Sordo.

blog molisetour.it

Le lame di Campobasso sono soltanto un ricordo. Fu Carlo III di Borbone a proibire la produzione delle armi, così che le numerose botteghe che si allineavano lungo il Borgo dei ferrari, oggi via Ferrari, trasformarono la lavorazione delle lame e dei pugnali in quella meno bellicosa e più domestica dei coltelli, delle forbici e dei rasoi. Non più, quindi, lame finemente cesellate, ma utensili che, arricchiti e impreziositi con l'arabesco del traforo, lasciano invitta l'arte dell'acciaio lavorato a mano.

La lavorazione del rame e del ferro battuto molto diffusa ad Agnone, dove i calderari, gli orafi, i fabbri ferrai, i ramai hanno contribuito a conservare nel tempo le tipiche lavorazioni utilizzate per arredi di edifici pubblici e privati, per ornamento personale, per attrezzi ed utensili da lavoro e da cucina, facendo della cittadina altomolisana il centro più noto in questo settore.

Col rame si producono ancora le tine per l'acqua, i bracieri, i piatti ornamentali, i mestoli ed altri utensili sagomati con gusto antico, oggetti particolarmente apprezzati dagli amatori e dagli arredatori di ambienti rustici. Chi lavora il ferro battuto riesce a trasformare una grezza sbarra metallica in artistici oggetti, balaustre, portavasi, lanterne, alari per caminetti, animali strani e fantastici, fiori e soprattutto rose. Rose di ferro, in cui la tenue venatura delle foglie sa di ricamo e di pazienza.
Anche a Campobasso, la lavorazione del ferro battuto ha origini antiche ed è testimoniata dalle opere di arredo pubblico e privato eseguite dai maestri Tucci. Un'arte che, ancora oggi, viene praticata in alcune botteghe.

blog molisetour.it

Le campane di Agnone, conosciute in tutto il mondo, sono il risultato della secolare attività della Pontificia Fonderia Marinelli, che pratica la difficile e singolare arte della costruzione delle campane, secondo regole immutate. Dall'anima in mattoni, ricoperta da tre strati di argilla (il mantello) levigata e decorata con rara perfezione artistica — come testimoniano i ''calchi'' allineati nella fonderia — nasce la falsa campana che, riscaldata secondo la tecnica a ''cera persa'', viene fusa con una colata di bronzo preparata con rame e stagno.
L'arte di fondere campane è un'antica specialità degli artigiani agnonesi, e i Marinelli sono l'eloquente esempio di una famiglia animata da spirito di iniziativa, sicura del proprio mestiere. Sono essi che hanno fuso le migliaia di campane che squillano dall'alto dei campanili delle maestose cattedrali e delle modeste cappelle del Molise, della Puglia, del Lazio e della Campania, in Italia ed all'estero, nelle Americhe, in Russia, persino nel Vietnam. La fonderia realizza con successo anche fusioni in bronzo per porte di chiese e riproduzioni di antiche epigrafi.

blog molisetour.it


fine

foto e articolo preso online