Ogni quattro anni il mese di febbraio ha un giorno in più e il 2020 sarà bisestile. Ecco perché si chiama così, le ragioni della sua esistenza e il motivo per cui si crede porti sventura. Il 2020 è un anno bisestile e la sua particolarità è di durare 366 giorni anziché 365 perché nel calendario si aggiunge un giorno in più al mese di febbraio (che ogni quattro anni dura 29 giorni).
Anno bisestile, il calcolo
L’anno civile si adegua a quello solare, il tempo impiegato dalla Terra a compiere una rotazione intorno al sole per tornare perfettamente sulla linea dell’equinozio che l’astronomia ha calcolato avere una durata pari a 365 giorni, 5 ore, 48 minuti e 45 secondi. Il calendario gregoriano, introdotto da Papa Gregorio XIII il 4 ottobre 1582, dura invece 365 giorni e questo disavanzo viene sistemato grazie all'anno bisestile che, con l'aggiunta di un giorno in più a febbraio, incorpora e integra le circa 6 ore lasciate indietro negli anni precedenti. Così ogni quattro anni cade un anno che conta un giorno in più e per sapere se è bisestile basta controllare se le ultime due cifre formano un numero divisibile per 4: il 2016 è stato un anno bisestile poiché 16 è un numero divisibile per 4, così come lo è il 2020 e lo saranno in questo decennio il 2024 e il 2028.
Anno bisestile, cosa significa
Il significato della parola bisestile non aiuta a capire quanto è stato appena spiegato perché deriva dal latino bisesto, due volte sesto, secondo la consuetudine del calendario romano in cui si aggiungeva il 366° giorno dopo il 24 febbraio. Gli antichi romani contavano i giorni prendendo a riferimento festività particolari come le Calendae, il primo giorno del mese, o le Idi, tredicesimo o quindicesimo giorno, mentre il 24 febbraio in latino era denominato sexto die ante Calendas Martias, il sesto giorno prima delle Calende di Marzo. Il giorno aggiuntivo, inserito una volta ogni quattro anni dopo il 24 febbraio, era denominato bis sexto die, ovvero il secondo sesto giorno prima delle Calende di Marzo e proprio da qui deriva il nome di anno bisestile.
Anno bisestile, perché si pensa che porti sfortuna
Una volta capita la derivazione etimologica e la funzione dell’anno bisestile resta da chiedersi il motivo per cui questa ricorrenza tanto utile per fare quadrare il tempo sia associata all’idea di una sorte avversa, foriera di tragedie e sventure. Il motto più celebre, in tal senso, è senz’altro quello in auge fin dai tempi dell’antica Roma: anno bisesto, anno funesto. Ce ne sono tuttavia molti altri: anno bisesto che passi presto, anno bisesto tutte le cose van di traverso, anno che bisesta non si sposa e non s’innesta e se l’anno è bisestile, riempi il sacco e il barile. Espressioni legate ai ritmi del lavoro contadino che in alcuni casi servivano per indurre a mettere a riposo campi già esauriti che avevano bisogno della necessaria rotazione per tornare a essere produttivi.
La credenza popolare che l’anno bisestile porti sfortuna è tipica del mondo latino e ha origine proprio dalla particolarità di avere 366 giorni anziché 365, una diversità che come tutte fa paura. Non esiste nessun calcolo o base scientifica che avvalori questa superstizione nata dagli stessi romani visto che per loro il mese di febbraio era anche il Mensis Feralis, quello in cui si celebravano le ricorrenze funebri, il mese dei morti. A febbraio i Romani celebravano le Terminalia, dedicate a Termine, dio dei Confini, e le Equirie, gare che avevano la funzione di ricordare la conclusione di un ciclo cosmico, due simboli della morte e della fine. Si tratta di un credo scaramantico che in altre parti del mondo non ha nessun peso. Nella cultura anglossassone vale addirittura il contrario visto che l’anno bisestile viene considerato un anno fortunato.
Cosa significa nascere in un anno bisestile
In Irlanda esiste una leggenda secondo la quale le donne che desideravano sposarsi potevano chiedere la mano del proprio innamorato il 29 febbraio, nel giorno di Santa Brigida. La storia narra che nel quinto secolo la santa si lamentò con San Patrizio perché le donne dovevano aspettare troppo tempo prima che l’amato si decidesse a fare la fatidica proposta e così ottenne che potessero farsi avanti il 29 febbraio, una volta ogni quattro anni. Un’attesa simile ce l’hanno tutti coloro che sono nati il 29 febbraio costretti a festeggiare il loro effettivo giorno di nascita una volta ogni quattro anni mentre per gli altri la data del proprio compleanno diventa il primo marzo nel passaggio tra il giorno 28 e l’inizio del nuovo mese. Si tratta di una particolarità su cui al massimo vale la pena di scherzare che non ha nessun tipo di influenza negativa o positiva.
foto e articolo presi online