I 50 anni della regione Molise 3/3

Agli inizi degli anni '90 ottenne l'autonomia anche la Capitaneria di Porto di Termoli, prima appendice di Pescara.

Non va tralasciata la nascita dei nuclei industriali che hanno rappresentato la base per lo sviluppo della zona costiera, con la nascita dello stabilimento Fiat, e di tante altre aziende, della zona matesina, con le aziende del nucleo di Campochiaro e del territorio venafrano con le tante aziende in territorio di Pozzilli.

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A metà degli anni '90, esattamente nel 1995, il Molise segnò un altro punto importante soprattutto in relazione alle specializzazioni in oncologia e cardiologia. In Contrada Tappino venne posta la prima pietra del Centro di Ricerche Biomediche della Cattolica. Protagonisti di quel momento che rimane nella storia della nostra Regione furono Papa Giovanni Paolo 2° e l'allora Presidente della Giunta Regionale, il Professor Giovanni Di Giandomenico che tra poco sentiremo. Non va dimenticato, però, che l'arrivo della Cattolica a Campobasso fu voluto strenuamente dal compianto Florindo D'Aimmo.

Proseguendo il nostro viaggio negli uffici e nei servizi regionali autonomi ricordiamo la nascita del Compartimento delle Poste, del Compartimento delle Ferrovie; la nascita del Comitato regionale del Coni (il cui primo presidente fu Mario Lancellotta); dei Comitati delle federazioni sportive.
Si andava così completando, con la creazione di enti regionali, di consorzi di gestione di specifiche risorse o di aree attrezzate per le attività produttive, il reticolo funzionale del “sistema Molise”.

Un sistema che però negli anni più vicini a noi ha dovuto fare i conti con un'altra battaglia, quella per la difesa dei suoi uffici. Sappiamo tutti che in un'ottica di razionalizzazione, nel 2000 iniziò lo smantellamento di alcune strutture essenziali per lo sviluppo della regione. E così il Molise ha iniziato a perdere i suoi pezzi per strada.

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La prima struttura a pagare lo scotto di quella che fu chiamata razionalizzazione fu il Provveditorato alle Opere Pubbliche. Il decreto ministeriale avente per oggetto l' organizzazione interna del Ministero prevedeva un ufficio unico per la Campania e il Molise con sede a Napoli. Si rileva dalla stampa dell'epoca anche la presa di posizione di alcuni parlamentari tra cui l'on.le Riccio che, dopo aver presentato una interrogazione urgente al Ministro, sollecitava anche le istituzioni locali, le associazioni di categoria, sindacati, ad attivarsi per scongiurare, disse, una ulteriore beffa per il Molise che già stava facendo i conti con una continua razionalizzazione degli uffici: Enel, Poste, Telecom ; l'agenzia del Demanio per la quale ora dipendiamo da Pescara.
In questa fase di soppressione e di razionalizzazione c'è anche una nota positiva. In Italia, lo ricordiamo sono stati soppressi molti piccoli tribunali; il Molise ha difeso e salvato quelli di Larino e di Isernia; nella specifica legge venne previsto che ogni Corte d'Appello avesse almeno tre Tribunali.

In una intervista al capogruppo della Margherita in Consiglio regionale, Tommaso Di Domenico, 8 anni fa si rilevava la preoccupazione degli amministratori per lo smantellamento di alcuni uffici e servizi essenziali che avrebbero riportato il Molise ad una semplice entità geografica. E il riferimento era alla soppressione del compartimento delle Poste con relativa chiusura di alcuni uffici nei piccoli centri; allo smantellamento degli uffici del giudice di pace e a tanti altri ancora.
Ricordo che Di Domenico affermò testualmente “ci stanno rubando i mattoni dalla casa senza che nessuno se ne stia accorgendo”.

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La finanziaria del 2007, come riportato sul numero di Maggio 2007 della rivista “Il Bene Comune” aveva riaperto ferite da poco rimarginate, riguardanti l'assetto istituzionale della Provincia di Isernia e soprattutto il sistema Molise nel suo complesso, faticosamente costruito nell'arco di due secoli. Nell'articolo si sottolineava come la razionalizzazione venisse vissuta non solo come un danno ma anche come una forte discriminazione territoriale e sociale. In sostanza con la finanziaria 2007, in nome della “spesa di funzionamento” , come riportato nell'articolo, venivano proposte fusioni, trasformazioni, razionalizzazioni e soppressioni di enti pubblici, organismi e strutture pubbliche periferiche, la riduzione di uffici dirigenziali, e la riduzione degli organici di tutte le amministrazioni. Le strutture ministeriali maggiormente interessate nelle varie articolazioni sono state economia e finanza con riduzioni di sedi, pubblica sicurezza e scuola di polizia, interni, esteri. Interessati alla riorganizzazione anche i settori giudiziario, scolastico, bancario e delle opere pubbliche; decisioni queste che, si sottolineava sul periodico “Il Bene Comune”, hanno messo seriamente in discussione la funzionalità e la governabilità della intera macchina pubblica regionale e provinciale in una regione già penalizzata dalla crisi industriale e dalla ripresa dello spopolamento intellettuale e giovanile.

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Una riorganizzazione che ancora oggi è in atto e che ci fa tornare alla domanda iniziale: “ha giovato al Molise il distacco dall'Abruzzo?” Noi diciamo di si ma forse una risposta più esaustiva potranno darla i nostri figli o i nostri nipoti anche per quello che è il dibattito attualmente in corso. E per immaginare gli scenari futuri passo la parola al Professor Giovanni Di Giandomenico, ricordando anche quello che il collega Leopoldo Feole ha scritto nella premessa del suo libro “Questione Regionale e Statuto del Molise”: Il Molise è relativamente giovane come soggetto giuridicopolitico. Ma ha radici antiche. Progettarne e costruirne il futuro è una sfida per tutti, ma soprattutto per chi ne ha il dovere istituzionale.

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foto e articolo preso online