Questa è la seconda parte di tre della storia di Campobasso. Qui andiamo dal XI secolo al XV secolo
XI SECOLO
Nell’area molisana a partire dall’XI secolo si verificò una ripresa dell’urbanesimo incentivato da profondi mutamenti sociali introdotti dalla dominazione normanna.
Un altro aspetto di primaria importanza ai fini urbani, e strettamente legato all’instaurazione del regime normanno, è la ripresa dell’emigrazione armentizia. La strada divenne il supporto dei processi di trasformazione urbana svolgendo un ruolo determinante per la crescita di Campobasso in quanto posta all’incrocio di due grandi assi di traffico quali il Tratturo che univa il Sannio all’Adriatico e quello che univa l’alto Molise alla Puglia; ben presto, date le sue caratteristiche difensive venne ad essere un luogo di sosta e di riposo sia per i pastori sia per i mercanti che si muovevano lungo questi tratturi.
Campobasso, retta dalla famiglia Molisio, da cui potrebbe derivare il nome della Regione, divenne la residenza del conte Ugone che costruì sulla parte più alta del Monte Sant'Antonio un fortilizio, probabilmente lì dove in passato i Longobardi avevano eretto una torre di legno. Il castello, presso cui dovevano essere abbarbicate le misere abitazioni dei vassalli, grazie al suo ruolo difensivo, polarizzò intorno a sé le abitazioni sparse nel territorio.
Alla fine dell’XI secolo nasce sul pianoro, alla sommità del monte, la Chiesa di S. Giorgio. La pergamena del 1099, trovata nella chiesa, testimonia l’esistenza di un borgo di una certa consistenza proprio intorno alla chiesa dove le migliori caratteristiche morfologiche del suolo consentivano un più facile insediamento.
XII e XIII SECOLO
Nel XII sec. Campobasso è nominata Civitas in una pergamena della Curia Arcivescovile.
In questo periodo si parla di due piazze ben distinte destinate una alle assemblee dei rappresentanti del popolo e l’altra al mercato e alle fiere.
S. Bartolomeo venne costruita una sessantina di metri al di sotto della chiesa di S. Giorgio, durante la seconda metà del milleduecento quando già i Normanni stavano per cedere il passo agli Angioini.
In corrispondenza dello sviluppo economico del periodo, quasi per simmetria, anche sul lato est del monte si inizia un processo di sviluppo urbano, minore rispetto ai precedenti, caratterizzato da case di piccoli contadini dediti alla pastorizia e alle coltivazioni di orti (zona S. Paolo), generando così uno schema planimetrico a ventaglio.
XIV SECOLO
Nel XIV secolo, quando il Regno di Napoli era nelle mani degli Angioini e Campobasso era divenuta feudo della famiglia Monforte, venne costruita la chiesa di San Leonardo attorno alla quale si trasferì il centro della vita economica e sociale.
Lo sviluppo trecentesco determinò la costruzione delle mura che scedendo lungo i fianchi del monte racchiudevano i due quartieri periferici di San Mercurio e San Paolo, si adagiavano poi lungo le attuali strade Ziccardi e Sant’Antonio Abate e si ricongiungevano nel largo San Leonardo dove venne aperta la porta principale della città .
Nelle immediate vicinanze della porta principale venne posta la piazza del mercato.
Due eventi fermarono lo sviluppo di questo periodo: il primo fu il terremoto del 1349, l’altro fu la peste del 1383.
XV SECOLO
Nel 1450 il feudo fu ereditato dal Conte Nicola II Monforte, meglio conosciuto come Conte Cola. Il regno era retto da Alfonso il Magnanimo di Aragona, alla sua morte nel 1458, gli successe il figlio Ferrante I; fu a lui che il Conte Cola si ribellò prendendo le parti del pretendente al trono Giovanni d'Angiò.
Nel 1456 Campobasso aveva subito un catastrofico terremoto che aveva raso al suolo quasi per intero la città e che aveva richiesto imponenti lavori di restauro. Cola, non solo restaurò il castello molto danneggiato dal terremoto, ma fece abbattere anche le case ancora esistenti sulla cima del colle facendo della parte alta della città una cittadella militare. Rafforzò la cinta muraria che la proteggeva e da questa fece partire due bracci che scendevano a chiudere i lati occidentale e orientale del monte. La linea uniforme di queste mura era rinforzata da torri e interrotta da porte. Fuori dalle mura era posta la grande piazza del mercato. Nel 1463 i soldati di Ferdinando d'Aragona, uscito vittorioso sugli Angionini, diedero alle fiamme Pontelandolfo altro feudo del Conte Cola. Questi abbandonò per sempre l'Italia meridionale.
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