La ''classificazione dei terremoti'' si basa sulla profondità dell'ipocentro, nel caso dei terremoti tettonici, sull'energia rilasciata e sull'origine del sisma.
In base all'origine un terremoto può derivare dai movimenti tettonici e, in minore parte, da altri eventi naturali come l'attività vulcanica e le frane.
A queste cause naturali si aggiungono i terremoti che hanno origine da eventi provocati dall'uomo, i cosiddetti terremoti artificiali.
Possiamo quindi classificare i terremoti nelle seguenti tipologie:
Terremoti tettonici.
I terremoti tettonici hanno origine dai movimenti lungo le faglie.
Sono i terremoti più frequenti ed anche quelli più potenti, in quanto rilasciano una grande quantità di energia.
Terremoti vulcanici.
I terremoti vulcanici hanno origine dal vulcanismo e dall'attività vulcanica del magma nel sottosuolo o nel camino vulcanico.
Sono meno frequenti dei terremoti tettonici e una potenza inferiore.
Hanno una origine superficiale ed un raggio dall'epicentro molto limitato.
Terremoti da crollo.
I terremoti da crollo sono originati dal crollo delle montagne, delle grotte o dalla caduta delle frane.
Sono poco frequenti ed hanno una potenza molto limitata e localizzata.
Terremoti artificiali.
I terremoti artificiali sono originati dall'uomo.
Ad esempio, una esplosione può causare gli stessi effetti di un sisma superficiale.
In genere i terremoti artificiali hanno una potenza molto limitata, tuttavia molto dipende dall'ordigno che causa l'esplosione.
Gran parte dei terremoti che si registrano ogni hanno sono terremoti tettonici e terremoti vulcanici.
Dal punto di vista dell'energia rilasciata il terremoto può essere classificato tramite due distinte scale di misura:
Scala Mercalli.
La scala Mercalli si basa sugli effetti del sisma sull'ambiente, sugli edifici e sulle persone.
La scala Mercalli associa ad ogni sisma un grado su una scala da zero a dodici (massima catastrofe).
Scala Richter.
La scala Richter si basa sulla quantità di energia liberata dal sisma ossia sulla magnitudo del terremoto.
La scala Richter misura l'intensità del sisma indipendentemente dalla presenza o meno dell'uomo in loco (es. deserto).
Attualmente la massima magnitudo registrata in un sisma è pari a nove.
Profondità dell'ipocentro.
I terremoti possono essere classificati anche in base alla profondità dell'ipocentro del sisma.
Sotto quest'altro aspetto i terremoti possono essere classificati nel seguente modo:
Terremoti superficiali.
I terremoti superficiali hanno un ipocentro ad una profondità compresa tra zero e 70 chilometri di profondità .
Terremoti intermedi.
I terremoti intermedi hanno un ipocentro ad una profondità compresa tra 70 e 300 chilometri di profonditÃ
Terremoti profondi.
I terremoti profondi hanno un ipocentro ad una profondità compresa tra 300 e 720 chilometri di profondità .
In genere l'ipocentro dei terremoti non oltrepassa la profondità di 700-720 chilometri in quanto a tali profondità la materia perde la sua caratteristica rigida a causa dell'elevata temperature e pressione, per assumere un comportamento plastico, semi-fluido o comunque più flessibile.
La minore rigidità delle rocce impedisce l'insorgere dei terremoti.
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