Via S.Ippolito

la strada che dalla S.S. 85 provenientea Venafro, nelle vicinanze della ''Taverna'' Rufus, si inerpica fino a ingresso sud della città, passando dinanzi all'Ospedale civile ''F. Veneziale'' al vecchio mattatoio pubblico.

la strada che dalla S.S. 85 provenientea Venafro, nelle vicinanze della ''Taverna'' Rufus, si inerpica fino airioresso sud della città, passando dinanzi all'Ospedale civile ''F. Veneziale al vecchio mattatoio pubblico.

É cosi chiamata perché vi era nelle adiacenze, e precisamente nell'ex tenuta del barone di Sessano don Giuseppe d'Andrea, una chiesetta dedicata dì Santi Ippolito e Cassiano ora scomparsa.
Fino a qualche anno fa, proprio nella periferia Sud di Isernia si svolgeva ogni anno il 13 agosto (giorno in cui si festeggia appunto S. Ippolito) una grande fiera di animali, di ortaggi e di primizie.
S. Ippolito di Roma fu un vescovo del I secolo teologo e scrittore. Venne deportato in Sardegna da Massimino il Trave dove morì martire
insieme al Papa Ponziano. Il suo corpo il 13 agosto 235 o 236 posto nel cimitero sulla Via Tiburtina che ancora porta il suo nome.
Nella Biblioteca Vaticana vi è una sua statua, molto importante per essere la statua più antica di un vescovo di Roda ed anche perché su un iato della cattedra è inciso il computo del cicl° pasquale secondo Ippolito e sull'altro il catalogo delle sue opere. probabilmente nel S. Cassiano di Tangeri, invece, subì il arti rio 298 perché, secondo quanto narra Prudenzio (Peristephanon, IV, 45), gettò via lo stilo e le tavolette su cui scriveva 'avendo assistito all'ingiusta condanna di un amico.
(Ad Imola, dove S. Cassiano è molto venerato, esisteva sempre seguomo nudo circondato
concio Prudenzio) un dipinto raffigurante linda ragazzi che infierivano contro di lui cori gli stili; era il maestro di scuola Cassiano che veniva ucciso dai suoi stessi scolari per ordine del magistrato romano.
Non abbiamo notizie sull'anno di costruzone della chiesa dedicata ai SS. Ippolito e Cassiano, né fino a quale ario abbia svolto le sue fun zioni. Però in un atto notarile conservato Presso l'Archivio di Stato di Campobasso1, redatto il 3 luglio 1825 dal notaio Gaetano Perno di
ISERNIA, STRADE vo VICOLI PIAZZE, CONOMAirICA STORICA 35

Isernia, si legge che fra le carte che furono consegnate da don Giambattista Ricci al Sindaco dell'epoca don Luigi Scarselli vi era una «copia autentica estratta dal protocollo del notar Don Domenico Carlani, del parlamento, con il quale si concede all'ex barone di Sessano una fontana di acqua simile a quelle che si tengono da un privato cittadino, col diritto di servirsi dell'acqua del fiume di S. Cosmo, a condizione di rifare, secondo l'offerta fattane a proprie spese, la chiesa dei santissimi martiri Ippolito e Cassiano, e con altre condizioni ancora secondo le quali se ne dovesse stipulare l'in strumento. Carte scritte n. 3».
Nel gergo contadino Via S. Ippolito è chiamata ancora oggi ''La Taverna'' per la presenza, appunto, di una taverna (antico motel) lungo la vecchia strada che proveniva dalla cosiddetta Via Latina e che, dalla valle del Carpino, passando per la città, si andava a congiungere al Ponte dell'Acqua con la Via Herculia proveniente dagli Abruzzi e che si dirigeva verso Benevento.
La 'Taverna'' e l'area circostante sono ricche di emergenze archeologiche.








Tratto da : Isernia - Fernado Cefalogli - Cosmo Iannone Editore