Innanzitutto chiariamo cosa si intenda quando si parla di Ecobonus 2018. Si tratta nello specifico di un'agevolazione fiscale, rivolta sia ai privati alle imprese, tesa ad incentivare interventi di riqualificazione energetica l'agevolazione era già in vigore negli scorsi anni ed è stata prorogata fino al 31 Dicembre 2018
Le agevolazioni non si applicano alle nuove costruzioni ma agli interventi su abitazioni, uffici, negozi o edifici pubblici già esistenti , che permettano di aumentare l’efficienza energetica dell’immobile stesso. L’agevolazione consente di avere, vantaggi fiscali in termini di detrazioni Irpef per i privati ed Ires per le imprese o società . Gli ambiti di intervento sono diversi, ma puntano tutti al risparmio energetico ed all’utilizzo delle energie rinnovabili, dal fotovoltaico alle caldaie di nuova generazione, passando per particolari tipi di pavimentazione, coibentazione ed infissi. Ma analizziamoli più a fondo.
Cifre ed ambiti di intervento
Gli incentivi fiscali disciplinati dall’Ecobonus 2018 che, come detto, riguardano varie tipologie di lavori effettuabili presso edifici già fisicamente presenti, presentano dei limiti massimi di detraibilità :
– 60.000 euro per l’acquisto e l’installazione di pannelli solari;
– 100.000 euro per le operazioni di riqualificazione che portino ad un effettiva riduzione dei consumi, calcolata su base annua;
– 30.000 euro per sostituire o convertire impianti di climatizzazione invernale, installazione pompe di calore ed impianti di nuova generazione;
– 60.000 euro per operazioni di riqualificazione energetica inerenti alle superfici esterne degli edifici (infissi, finestre, coperture e pareti).
A tal proposito uno dei cambiamenti più evidenti previsti dall’ Ecobonus 2018 riguarda la riduzione dal 65% al 50% degli incentivi per caldaie a condensazione, caldaie a biomasse e sostituzione di schermature ed infissi.
Questo punto ha sollevato non poche polemiche, in particolare Unicmi ed Assotermica denunciano il fatto che una riduzione percentuale di questo tipo porterà inevitabilmente ad una perdita d’interesse da parte dei consumatori ad esempio verso le caldaie di Classe A, senza dubbio più care rispetto alle altre varianti ma innegabilmente più performanti e tese al risparmio a lungo termine.
Da non dimenticare che sono interessati dai potenziali incentivi, in scadenza però a Dicembre 2017, anche tutti quei lavori che portino all’installazione di particolari dispositivi multimediali che consentano il settaggio ed il monitoraggio a distanza degli impianti. Iniziativa apprezzabile e sicuramente in linea con i grandi passi avanti compiuti negli ultimi anni in campo tecnologico.
Chi può godere della detrazione?
I vantaggi che l’Ecobonus 2018 porta, in termine di detrazioni fiscali, sono rivolti in pratica a tutti coloro che siano proprietari di un immobile esistente. Dalle persone fisiche, categoria che include effettivi possessori, inquilini e condomini, alle imprese, passando per associazioni di professionisti, i vari Enti (pubblici e privati) e coloro che a tutti gli effetti condividono un ambiente in qualità di familiari con colui che possiede l’edificio da sottoporre ad intervento di riqualificazione.
Come si calcola la quota da detrarre?
La detrazione, prevista dalla nuova normativa Ecobonus 2018, va suddivisa in massimo 10 quote di identico importo e va associata alla documentazione relativa al modello 730 o Unico in fase di dichiarazione dei redditi.
Ogni aliquota dovrà essere calcolata tenendo conto dei vari limiti di spesa in base ai tipi di intervento, considerando che, nel caso in cui la quota sia superiore a quanto dovuto all’Irpef (o all’Ires), non si potrà richiedere nessun rimborso per l’eccedenza.
Documentazione necessaria per usufruire dell’agevolazione fiscale
Come è logico sarà necessario presentare l’opportuna documentazione per assicurarsi di poter godere delle detrazioni fiscali previste dalla Ecobonus 2018. In particolare, terminati i suddetti lavori di riqualificazione energetica, privati o aziende dovranno ufficializzare la propria posizione presentando i seguenti documenti:
– Scheda riassuntiva relativa agli interventi portati a termine presso lo stabile, richiedendo e compilando l’apposita scheda semplificata a disposizione;
– Certificazione energetica dell’immobile, nei casi in cui sia richiesta;
– Attestazione, da parte del produttore dell’impianto o di un tecnico abilitato, sull’effettiva corrispondenza con i requisiti normativi previsti;
– Ricevute dei pagamenti secondo specifiche modalità (bonifico per i privati, nessuno obbligo per le imprese).
Uno sguardo d’insieme
L’Ecobonus 2018 conferma il credito d’imposta fissato al 65%, ma con alcune eccezioni, in particolare per ciò che riguarda infissi, serramenti, e caldaie a condensazione, portandolo in questo caso al 50%.
Tali agevolazioni sono di tipo fiscale, sono rivolte a privati e possessori di partita IVA e riguardano interventi tesi all’efficientamento energetico, puntando ad un’ottimizzazione delle performance in termini di riduzione del fabbisogno energetico annuale e di isolamento termico.
Gli edifici interessati sono esclusivamente quelli già esistenti, quindi sono esclusi gli immobili in costruzione.
La bozza inerente la legge di Bilancio 2018 prevede quindi un piano per far in modo che in tanti possano usufruire dei vantaggi che l’Ecobonus promette, permettendo anche a chi si trova in condizioni critiche di liquidità di approfittare degli incentivi per eseguire lavori di efficientamento energetico. Tali interventi legislativi si traducono in un’operazione a più ampio respiro che ha l’obiettivo di portare l’Italia verso quegli standard europei che da anni vengono inseguiti. Il ricorso alle energie rinnovabili è infatti uno dei punti imprescindibili della buona politica portata avanti da diversi anni in tanti Paesi della Comunità e punta a garantire un maggior benessere economico e fisico per tutti, in ottemperanza agli irrinunciabili e sacrosanti propositi di rispetto ambientale globale.
In questo contesto è da citare la riattivazione nell’ambito del Ddl del Bilancio 2018, assieme ai punti cardine dell’Ecobonus, del Fondo Nazionale per l’Efficienza Energetica. Questo fu infatti istituito tre anni fa, quindi nel 2014, ma rimase bloccato impedendo di fatto il suo utilizzo come garanzia a fronte delle richieste e relative concessioni di finanziamenti per opere di efficientamento energetico.
tutte le foto sono state prese in rete