Ogni anno, per ricorrenze diverse ed in zone differenti del nostro o di altri Paesi, migliaia di persone abbandonano temporaneamente la loro vita normale e si riversano in santuari e luoghi di culto, mossi da un sentimento religioso fortemente ancorato e modellato su criteri magico-rituali.
ISERNIA - Ogni anno, per ricorrenze diverse ed in zone differenti del nostro o di altri Paesi, migliaia di persone abbandonano temporaneamente la loro vita normale e si riversano in santuari e luoghi di culto, mossi da un sentimento religioso fortemente ancorato e modellato su criteri magico-rituali.
Ad Isernia, nel Molise, esiste uno di questi luoghi. Su di una collinetta posta poco al di fuori del centro abitato, sotto la quale scorre il torrente Carpino, sorge infatti una chiesa, meta annuale di un pellegrinaggio. La chiesa è un eremo spirituale sicuramente nato in sovrapposizione ad un precedente tempio pagano.
L'Eremo è intitolato ai SS. Cosma e Damiano, i santi medici la cui fama di guaritori ne ha reso diffuso e persistente il culto tra il popolo.
I Santi
Secondo la più ricorrente ed ufficiale posizione della Chiesa, i due Santi (fratelli arabi) praticarono in vita la professione medica, più per virtù soprannaturale che per scienza umana, dimostrando, anche dopo il loro martirio, grandi poteri taumaturgici attraverso innumerevoli guarigioni, spesso di tipo miracoloso. Furono detti anargiri, cioè ''senza argento'', a significare che si adoperarono in cure molteplici senza mai pretendere
alcuna ricompensa materiale, poichè agivano per santità e non per ottenere profitti.
Diversa è però la posizione che ebbe l'anticlericalismo liberaleggiante francese. Infatti, Jaques-Albin-Simon Collin de Plancy, nel suo Dictionnaire critique des reliques et des images miraculeuses (1821-1822), parla con molto scetticismo delle capacità taumaturgiche dei due Santi: ''Viene mostrato a Roma, nella chiesa dei SS. Cosma e Damiani, un pozzo molto profondo dove, si dice, i persecutori gettarono i corpi dei martiri. Questa circostanza e la protezione di S. Cosma e di S. Damiano hanno reso questo pozzo celebre. I malati che, dopo essersi confessati, bevono l'acqua che viene attinta da questo pozzo, ritornano guariti, quando non sono affatto malati''.
I Fedeli
La festa isernina dei SS. Cosma e Damiano si svolge il 26, 27 e 28 settembre di ogni anno. Essa ha avuto sempre grande risonanza, sia in città che in gran parte del circondario, da dove provengono moltissimi pellegrini; come testimonianza questo breve passo di un articolo del teologo Pasquale Laurelli, che fu Canonico della cattedrale di Isernia: ''L'affluenza dei pellegrini, attratti dalla fama dei miracoli che ivi operavano i Santi Martiri, fu sempre nei secoli meravigliosa, sia per il numero stragrande, che si dice nei giorni della loro festa raggiunse anche i ventimila, ma molto più per le distanze che dovevano superare, venendo fin da ottanta chilometri lontano, incontrando innumerevoli disagi e sobbarcandosi a non lievi sacrifici''.
Anche oggi i pellegrini sono migliaia. La maggior parte arriva in pullman, altri in auto, quasi nessuno più a piedi. E' alta la presenza di appartenenti a classi sociali di tipo rurale; ma intervengono anche fedeli provenienti da ceti urbani, i cui modi di esprimersi nella devozione sono molto diversi da quelli dei primi.
La classe rurale è rappresentata per la quasi totalità dai pellegrini che arrivano dalle zone vicine, i quali sono attratti dal mito che deve realizzarsi attraverso il rituale magio-religioso che darà compimento alla festa.
La classe urbana, invece, è rappresentata in modo particolare dal ceto terziario di Isernia, che partecipa più per un certo ''coinvolgimento collettivo'' (intrinseco alla festività ) che per autentica affezione al ''rito'' e al ''mito'' che la festa compongono e fanno esistere.
Durante la festa si svolgono numerose cerimonie liturgiche e in chiesa, le donne fedeli innalzano canti rivolti ai due Santi, invocando il loro intervento taumaturgico. Alcune strofe così recitando:
Sante Coseme, 'ngrazia de Ddie,
levece tutte le malatie.
E' secure ca ce resane,
Sante Damiane, Sante Damiane.
E nnen ce ne jamme ra qua
se la razia nen ce fa.
La chiesa e le reliquie
E' storicamente accertato che il tempio insernino ove si svolge il culto era già noto nel 1130, ma certamente preesisteva. L'edificio ha subìto nei secoli lavori di ricostruzione per poter recepire la sempre crescente affluenza di visitatori, così come ci fa sapere il Laurelli nell'articolo prima ricordato:
''Nel secolo XVI si sentì la necessità di rendere più grande la chiesa, e se ne costruì una nuova, più ampia e bella, nel medesimo luogo, che venne alquanto spianato e reso più accessibile con una grandiosa scalinata''.
Lo stesso Canonico dà anche alcune notizie sull'arrivo delle reliquie dei Santissimi in Isernia: ''....per accrescere maggiormente la devozione dei fedeli ed il decoro del Santuario, il Capitolo, per mezzo del Cardinale Silvio Antoniano, implorò ed ottenne da Papa Clemente VIII, nell'anno 1602, importanti reliquie di questi Santi (...). Il Cardinale si recò alla chiesa dei SS. Cosma e Damiano a Roma; con l'ordine del Papa, si fece consegnare una buona parte dell'osso di S. Cosma ed un'altra del braccio di S. Damiano. Se ne fece atto pubblico, con tutte le dovute solennità , ed in un'urna preziosa, munita di un Breve del Pontefice, furono portate in Isernia....''.
Sempre a proposito delle reliquie (o presunte tali) dei due Santi, Collin de Plancy, nel suo citato Dictionnaire, ci fa sapere che ve n'è qualcuna di troppo: ''I corpi di S. Cosma e S. Damiano si trovavano a Lusarches, a sette leghe da Parigi, meta di un grande pellegrinaggio. Si trovano anche a Roma, nella chiesa che porta il loro nome e che è l'antico tempio di Castore e Polluce. Il loro terzo corpo è a Venezia, senza contare che a Chartres si mostrano molte ossa sotto il loro nome e che si venerano a Roma, due teste che vengono spacciate per le teste dei SS. Cosma e Damiano''.
Il Culto Priapico
L'aspetto antropologico più importante della festa isernina è sicuramente quello che per secoli ha legato la ricorrenza ad un culto da parte del popolo per una divinità pagana che rappresentava l'organo generatore maschile. Un culto, infatti, era reso ad Isernia (nei giorni della festa e sull'eremo ove è sita la chiesa intitolata ai due santi medici) ad una divinità fallica. E ciò sicuramente fino al XVIII secolo, com'è dimostrato da una lettera-relazione che Sir William Hamilton - ministro di Sua Maestà Britannica alla corte di Napoli - inviò, nel dicembre del 1781, a Sir Joseph Banks - baronetto, Presidente della Royal Society -, e nella quale si legge: ''....in una provincia lontana meno di cinquanta miglia dalla capitale di questo regno, una specie di culto è ancora reso, sebbene sotto un'altra denominazione, a Priapo, divinità oscena degli antichi...''.
Il ministro continua dando molte notizie interessanti sul culto isernino per il moderno Priapo (San Cosma), descrivendo molto dettagliatamente la festa e riferendo ciò che egli stesso ha appreso dal governatore di Isernia e da colui che definisce ''un individuo di educazione liberale''Le prove autentiche del culto erano gli ex voto di cera a forma di fallo usati nella festa del 1780 (vedi figura n. 1) ed una lettera pervenuta nella mani e scritta da Isernia da un ignoto, nel dicembre dello stesso anno.
E' indispensabile, a questo punto, riportare brevi parti dell'anonima lettera da Isernia. La trascrizione dei brani scelti, tranne pochissime e irrilevanti modifiche, è quella originale in italiano riportata nella edizione straniera di un importante studio sul ''culto di Priapo'' condotto dall'inglese Richard Payne knight. Gli errori riscontrabili, sia quelli linguistici che ortografici, grammaticali e di sintassi, dipendono dall'ignoto autore (molisano?) - sicuramente non troppo erudito - o dal curatore editoriale dell'opera inglese (Londra, 1786) da cui abbiamo ripreso lo scritto.
''In Isernia Città Sannitica, oggi della Provincia del Contado di Molise, ogni Anno lì 27 settembre vi è una Fiera della classe delle perdonanze (...). Nella fiera ed in Città vi sono molti divoti, che vendono membri virili di cera di diverse forme, e di tutte le grandezze, fino ad un palmo; e mischiate vi sono ancora gambe, braccia e faccie; ma poche sono queste. Quei li vendono tengono un cesto, ed un piatto; li membri rotti soo nel cesto, ed il piatto serve per raccogliere il danaro d'elemosina. ....Questa divozione è tutta quasi delle Donne, e sono pochissimi quelli, o quelle che presentano gambe, e braccia, mentre tutta la grande festa s'aggira a profitto dei membri della generazione. Io ho inteso dire ad una donna: Santo Cosimo benedetto, così lo voglio (...). Si presentano all'Altare gl'Infermi d'ogni male, snudano la parte offesa, anche l'originale della copia di cera, ed il Canonico ungendoli dice, Per intercessionem beati Cosmi, liberet te ab omni malo. Amen.
Finisce la festa con dividersi li Canonici la cera, ed il denaro, e con ritornar gravide molte Donne sterili maritate, a profitto della popolazione delle Province; e spesso la grazia s'estende senza meraviglia, alle Zitelle, e Vedove, che per due notti hanno dormito, alcune nella Chiesa de' P.P. Zoccolanti, ed altre delli Cappuccini, non essendoci in Isernia Case locande per alloggiare tuto il numero di gente, che concorre: onde li Frati, aiutando ai preti, danno le Chiese alle Donne, ed i Portici agl'Uomini; e così divisi succedendo gravidanze non deve dubitarsi, che sia opera tutta miracolosa, e di divozione''.
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Certo che, dal XVIII secolo ai nostri giorni, l'aspetto priapico del culto isernino per i santi medici Cosma e Damiano ha assunto via via contorni più sfumati, fino a sparire oppure a sopravvivere sono in alcune simbologie ''poco appariscenti'' e nel folklore narrativo. Infatti, una leggenda ancor oggi raccontata vuole che la torretta sovrastante la torre principale della chiesa dedicata ai santi (torretta che manco a dirlo è a forma di fallo) sia stata fatta costruire, a mò di ex-voto, da venti donne sterili maritate che avevano chiesto ai santi la sospirata gravidanza. E questa storiella testimonia come il popolo certe antiche verità se le sia tramandate. E non a caso.
Conclusioni
Oggi, comunque, gli aspetti più tradizionali della festa sono le due processioni e la fiera-mercato.
I pellegrini (molti provengono dalla Ciociaria) rimangono di elevato numero; la fede religiosa per le qualità taumaturgiche dei santi non mostra eccessiva crisi nel popolo; l'interesse della Chiesa per la ricorrenza rimane davvero grande; ma tutto oggi appare come una qualunque festa paesana, sebbene di grande risonanza.
Già Sir William Hamilton, nella sua ricordata lettera, aveva preannunciato il declino dell'aspetto ''osceno'' del culto. Infatti dice: ''Avevo l'intenzione di assistere, quest'anno (1781 n.d.A.), alla festa di San Cosma; ma dopo che è stata aperta la nuova strada (è quella che oggi conduce da Napoli a Vasto e che a Isernia transita proprio nei pressi dell'Eremo N.d.A.) la zona è più frequentata, e si sarebbe notata troppo l'indecenza della cerimonia. Sono state date disposizioni affinchè il ''gran dito'' del Santo non sia più esposto''.
La paura da parte del clero per uno sconveniente clamore, dunque, è stata tra le prime cause dell'estinzione della devozione per il fallo a Isernia.
Ciò è accaduto per una visione ''distorta'' del fenomeno che la Chiesa, evidentemente, ebbe; sicuramente pensando che un culto come quello dell'antico San Cosma ad Isernia potesse essere pericoloso per l'ordine della società , risultando oltremodo indecente.
Ma il culto fallico di Isernia non andava inteso come aspetto ''osceno'' e ''scomodo'', bensì quale ''segno di affermazione e di vigore''. Quindi, come qualcosa di ''positivo''. Non a caso, Priapo, prima che divinità fallica, era considerato il re dei giardini e delle colture, il dio della fecondità dei campi. Il suo contributo ed il suo intervento erano invocati perchè necessari ad ottenere un buon raccolto, abbondante e proficuo, indispensabile per assicurare benessere ad una comunità prettamente agricola qual'era quella molisana.
Tutte le foto, compresa quella di copertina sono state prese da Facebook alla pagina Schola Cantorum SS. Cosma e Damiano Isernia che ringrazio.