Poverbi molisani
I nostri proverbi letti in italiano non hanno quel sapore di sagezza e cultura che si meritano.
- Prèta che ròciola n'mmétte carpìa.
- Pietra che rotola non mette il muschio (si dice di chi cambia troppo spesso per sistemarsi bene).
- Tiemb de vierne e cure de criature: ne può mié sctà sicure!
- Tempo d'inverno e culo di neonato non ti danno alcuna sicurezza.
- Disputà dell'ombra de l'ase.
- Disputare sulla ombra dell'asino. Ossia: fare una discussione senza senso ed importanza.
- La puttana ze marita, la ruffiana no.
- La puttana si sposa, la ruffiana no.
- Chi spera a re Luotte, sta sembe a pancuotte.
- Chi spera nel lotto, sta sempre a pane cotto. Vincere al gioco è talmente aleatorio che può portare alla povertà .
- U scarpare va senza scarpe.
- Il calzolaio va senza scarpe. Cioè si trascura e calza scarpe di scarsa qualitÃ
- L'uocchie d'u padrone 'ngrass 'u cavalle.
- L'occhio del padrone ingrassa il cavallo.
- Ru cielle ze vede a ru nide.
- L'uccello si vede dal nido.
- A casa de suneture non ce vuonne serenate.
- A casa di suonatori non ci vogliono serenate.
- La mala jerva ze vede quanne nasce.
- la mala erba si vede quando nasce. Una persona 'cattiva'la si nota subito.
- Aprile fa ru ciore e maggio fa l'unore.
- Aprile fa il fiore e maggio fa l'onore. Cioè i frutti cominciano a svilupparsi e in qualche caso a maturare.
- Nu bbone marite fa 'na bbona mojje.
- Un buon marito fa una buona moglie. Contribuisce alla riuscita del matrimonio.
- L'avare fa bbene sole quanne more.
- L'avaro fa del bene solo quando muore. Lascia i propri averi agli eredi.
- Avetezze, mezza bellezze.
- Altezza, mezza bellezza.
- Chi magne chemmatte c'a morte.
- Chi mangia combatte con la morte. Chi mangia ovviamente ha buona salute.
- Chi mora mor, e chi camba cambe.
- Chi muore, muore e chi campa, campa. Chi è morto si dimentica e chi sopravvive vive. Questo detto ha indubbiamente un valore relativo poiché non sempre chi muore viene dimenticato.
- Ogne picca jjove.
- Ogni poco giova. Mettendo assieme le piccole cose si ottiene tanto.
- Chi va pu' monne tutte vede,
- e chi sta n'a casa nenn'u crede.
- Chi va in giro per il mondo tutto vede, e chi sta a casa non lo crede.
- Chi defetta suspetta
- Chi è in difetto sospetta. Si vede nell'altro i propri difetti.
- Chi prime ne' ppenze, a lluuteme sespire.
- Chi prima non pensa, alla fine sospira. Si pente di aver parlato troppo presto.
- Chi troppe vo, nejende stregne.
- Chi troppo vuole, nulla stringe. Quando si hanno troppe pretese non si ottiene nulla.
- Chi jè pahure dell'acque, ne jesse 'nu mare.
- Chi ha paura dell'acqua non vada nel mare. Bisogna affrontare situazioni alla propria portata.
- 'U scarpare ticch' e tticche sembe fatich' e mmà è rricche.
- Il calzolaio sempre lavora e mai è ricco. Il calzolaio era un artigiano come tanti altri doveva lavorare per gente che non era ricca.
- 'U vine è a menne di vejecchie.
- Il vino è la mammella dei vecchi. Nel senso che è necessario.
- Chi cammine lecche; chi sta ferme secche.
- Chi cammina lecca; chi sta fermo secca. E' necessario nella vita essere intraprendenti per avere.
- U fesse parle sembe.
- Il fesso parla sempre.
- 'A gatte ferejose a fatt 'i fijje cacate.
- La gatta frettolosa ha fatto i gattini ciechi.
- 'Ndo trasci 'u sole ne trasci ' u dottore.
- Dove entra il sole non entra il dottore.
- Chi magne da sole se straffoghe.
- Chi mangia da solo si 'strozza'. A mangiare bisogna essere sempre in compagnia, è molto meglio.
- Chi te vo bbene vé n'a case, chi te vo' male te manna a chiamÃ
- Chi ti vuole bene viene a casa, chi ti vuole male ti manda a chiamare. Amicizia significa piena accettazione di una persona.
- Chi ce 'cconge ce sconge.
- Chi si acconcia si sconcia. Può valere nel caso in cui si esagera.
- Fa' i peduocchie.
- Fare i pidocchi. Restare inerte senza fare niente. Lo si può dire per un persona poco attiva o per qualcuno che è molto pigro.
- A' fatte 'nu strusce.
- E' piovuto un poco.
- E' nere com' a pece.
- E' nero come la pece. Nerissimo.
- Ne' ffà male ch'è peccate, ne' ffà bbene ch'è sprecate.
- Non fare il male che è peccato, non fare il bene che è sprecato. Nel senso forse che fare il bene non è apprezzato da tutti. Per questo non bisogna esagerare secondo il proverbio.
- Ru tuone jè Criscte che joca a pallone.
- Quando tuona è Cristo che gioca a pallone. Lo si diceva ai bambini.
- La Cannelora, la vernata je fora.
- Alla Candelora dall'inverno siamo fuori.
- La cera ze cunsume e la prucessione nen camine.
- La cera si consuma e la processione non cammina. Sta a significare che si perde tempo senza combinare nulla.
- Magg viern rattaia.
- A maggio l'inverno se ne va. Inizia la bella stagione.
- Marz è pazz
- Marzo è pazzo. Si verificano bruschi cambiamenti meteorologici.
- April chiagn e rid .
- Aprile piange e ride. Durante il mese di aprile vi sono giorni di pioggia e giorni di bel tempo.
- Quanne 'ntrona de jeannare, s'arrègnene le granare.
- Quando tuona a gennaio, si riempiono i granai.
- Pane e cepolla a la casa teja.
- Pane e cipolla a casa tua.
- Chi coce e scoce non perde mai tiempe.
- Chi cuce e scuce non perde mai tempo.
- Vinte de marze porta primavera.
- Il vento di marzo porta la primavera.
- Ru cielle ze vede a ru nide.
- L'uccello si vede dal nido.
- Ru pesce ruasse ze magna ru pescerille.
- Il pesce grosso mangia il pesce piccolo.
- Tale patre, tale figlie, tale vite, tale magliuolo.
- Tale padre tale figlio, tale vite, tale tralcio.
- Femmena peccenella, figlie a tumulella.
- Donna piccolina, figli a frotte.
- Aprile fa nu ciore e maggio ha l'unore.
- Aprile fa un fiore e maggio ha l'onore. Comincia lo sviluppo del frutto.
- Casa de mugliera, casa de galera.
- La casa dove comanda la moglie è come una galera.
- Remore de tazze e senza café.
- Rumore di tazze però senza caffè.
- Robba vjecchje 'n case de pazze more.
- La roba vecchia muore nella casa dei pazzi. Il contrario insomma di 'gallina vecchia fa buon brodo'.
- Ie sparagne a 'mmojeme 'nu lette e l'avete c'ha freghene pi rocchje.
- Io risparmio mia moglie a letto e invece gli altri se la fanno tra i cespugli.
- Chi fa bbene merete d'esse 'ccise.
- Chi fa del bene merita d'essere ucciso.
- Chiove a pile de gatte 'u garzone ride e 'u padrone schatte.
- Pioviggina [a pelo di gatto]il garzone è contento e il padrone schiatta.
- Chi resc[e]care a cocce all'asene perde lescije e sapone.
- Chi lava la testa all'asino perde liscivia e sapone.
- Tjenghe 'na favecette che va 'n onze 'a sere me fa reji manze manze.
- Ho una falce che è una meraviglia la sera mi fa ritornare [dal lavoro] mogio mogio.
- Chi troppu se cunsiglja, moglje non piglja.
- Chi troppo si consiglia, moglie non piglia.
- Chi neozia campa e chi fatica crépa.
- Chi commercia campa e chi lavora crepa.
- Sciòcca e resciòcca e Maria de la Rocca e Maria de Bujà ne quanne sciòcca fa le pane.
- Fiocca e rifiocca e Maria di Rocca(Roccamandolfi) e Maria di Bojano quando fiocca fa il pane.
- Li sfaccennati,lavoreno comme cani legati!
- Gli sfaccendati lavorano come cani legati.
- Pasqua co la foglja tempu vonu se ha voglja, Pasqua co la frasca tempu vruttu e burrasca.
- Pasqua con gli alberi verdi (Alta) tempo buono se ha voglia, Pasqua con gli alberi spogli (Bassa) tempo brutto e burrasca.
- Chi arria prima macina!
- Chi arriva prima macina. Ovvero: chi vuol essere primo deve alzarsi di buon mattino.
- Marzu marzegghja,giugno caregghja.
- Marzo è pazzerello, ma a giugno porta a casa grano e fieno.
- Ualane nuove-rombe l'arèatre e scorcia re vuove.
- Il bifolco novellino-rompe l'aratro e rovina i buoi.
- La fatia de la fèmmena 'zappènne.
- Il lavoro della donna non si appende(non è appariscente).
- Chi semenda spoine s'ada fèa le scarpe de fièrre.
- Chi semina spine deve farsi le scarpe di ferro.
- Chi tande se devila rhu cure osc-tra.
- Chi tanto si umilia mostra il deretano (viene disprezzato).
- Si carute rai liette
- Sei caduto dal letto (si dice a chi si alza ben presto la mattina)
- La maronna e' r legge
- La Madonna rispetta la legge (quando ci viene resa giustizia, pur se con ritardo)
- I tor ric' curnut agl asn
- Il toro che dice cornuto all'asino
- Z'è sguarrata l'à sena
- L'asina è crollata per il troppo carico (inatteso e improvviso crollo di qualcosa).
- I uà je re la pegnata i sà la cucchiara.
- I guai della pignata (recipiente di terracotta per cuocer i legunmi) li conosce solo il cucchiaio di legno. (le cose personali e private le sa chi è addentro... o chi lo è stato).
- Z'anna sparte le massarie.
- Devono dividersi le masserie (si dice di due persone che litigano per futili motivi)
- Addrezza la campana chi renuocchie.
- Aggiusta la campana con il ginocchio. (quando vogliamo significare che un rimedio è inadatto al male)
- Pe seconde: aizete e vattenne
- Per secondo piatto: alzati e vattene (per indicare che c'è poco da mangiare c'è poco da mangiare)
- Lampa e trona ca le fica so bone.
- Quando ci sono fulmini e tuoni i fichi sono buoni (espressione usata quando d'estate si scatenano temporali che faranno maturare i fichi).
- I scarpare vanne scauze.
- I calzolai vanno scalzi (per dire che non ci curiamo delle nostre cose).
- Addo' vere e addo' ceca.
- Dove vede e dove non vede. (usare due pesi e due misure)
- Ai figl mup i capisc la mamma... (sorda).
- Al figlio muto lo capisce la mamma...sorda (per significare che solo la persona interessata conosce pregi e difetti di familiari e amici)
- Nen si bbuone ne' a fotte ne' a fa la uardia.
- Non sei capace né di rubare, né di fare la guardia (si dice di chi non è utile né per sé né per gli altri)
- QUAND LA VOLP N'ARRIVA ALL'UVA RIC' CH'E' CERVA.
- Quando la volpe non arriva a raccogliere l'uva dice che non è matura.
- I CIUCC R' FICHELLA, CIENT RFIETT E LA CORA FRACERA
- L'asino di mio nonno oltre ai cento difetti aveva la coda 'infracidata'.
- I CUANE CUOTTE HA PAURA RELL'ACQUA VELLITA.
- Chi è in difetto teme sempre di essere scoperto.
- CHI MPRESTA I CULE GLIE RESTA
- Chi presta denaro resta lui stesso senza quattrini.
- Ai vogl a fschia s l'asn nn te set.
- Hai voglia a parlare che l'asino non capisce.
- L'asn annanz, i cavall arret.
- I fessi davanti,gli inteligenti dietro. Nel senso che i fessi parlano sempre e delle volte succede che hanno posti di responsabilità superiore alla loro reale capacità .
- Fije de gatte ècchjappene i surge.
- I figli di gatto prendono i topi. Per dire che i figli assomigliano ai genitori.
- La lengua vatte doe lu dente dole.
- La lingua batte dove il dente duole.
- Se rhu prièsc-te fosse vuone, se presc-tèsse pìure la moglie.
- Se il prestito fosse un bene, si presterebbe anche la moglie.
- Pe canosce nu cresc-teine te c'èda magniè 'ziembra nu tumbere de sèale.
- Per conoscere una persona ti ci devi mangiare(consuare)insieme un tombolo-misura agraria di circa 50 chili-di sale insieme.
- Le vine vuone se vènne senza frasca.
- Il vino buono si vende senza frasca. (chi vale vale non abbisogna di propaganda)
- Che tè figlia l'ajje e tu nora me 'ndiènne.
- Ce l'ho con te figlia e (ma) tu,nuora mi capisci(perchè è diretta a te)
- Vale cchjù nu tratte che la massarojja.
- Vale più una gentilezza che (il possedere) una casa.
- All'asena nne jo' da la paglia,farre raglià .
- All'asino non vuoi dare la paglia,fallo ragliare.
- Paga ca sci d'Agnone.
- Paga che sei di Agnone. (Si riferisce alla proverbiale tirchieria degli abitanti di Agnone, comune molisano, e ad un anneddoto in cui si racconta di come l'agnonese che tentava di imbucarsi senza pagare venne malamente smascherato).
- Mazze e panelle fanne re figlie belle.
- Botte e pane fanno i figli belli (proverbio molto vecchio, equivalente a quello più noto che invita ad usare un po' il bastone e un po' la carota...)
- Chi troppe permètte pòche mantè.
- Chi tanto promette poco mantiene. Consiglio: vota il candidato che promette meno e meno sarai deluso.
- Sci còme ù cane de l'urtelane,n'ze magne a'cepolle ma manche a' fà magnÃ
- Assomigli al cane dell'ortolano ,non mangia cipolle ma neanche le fa mangiare ad altri. (si dice a persona pigra e invidiosa che cerca di mettere il bastone tra le ruote a chi viceversa è intraprendente e lavoratore.
- Solde e quiescienze nen se sa chi à tè.
- Denari e coscienza non si sà chi ce l'ha.
- Dìje te ne canze da nu ricche èppenzntute e da nu pezzente arreccute.
- Dio ci liberi da un ricco impoverito e da un povero arricchito.
- Lèccatùre de sìcchje ne 'ngrà ssene cane.
- La leccatura del secchio non ingrassa il cane.
- Chi tè a facce ze mà rìte e chì ze nè breògne reste zìte.
- Chi si propone si sposa, chi si vergogna resta zitella.
- ìèdeche pìetùse fa i pìà ghe vèrmenùse.
- Il medico pietoso infetta la ferita.
- Larine è nù fuosse chi c've's' embosse, chi s' ne va è nù fess.
- Larino è un fosso chi viene s'infossa, chi se ne và ....sbaglia. (E' senza dubbio un invito a visitare LARINO, Campobasso, Capitale dei frentani e delle città dell'olio).
- Hiocca, hiocca a la muntagna d' la Rocca e povero scalzarello non pò ii pe cippitielli.
- Filastrocca tipica di Roccavivara, piccolo paese in provincia di Campobasso. Nevica, nevica sulla montagna di Rocca (=Roccavivara) e il povero bambino scalzo non può andare a raccogliere legnetti per accendere il fuoco.
foto di copertira presa in rete e la seconda su Facebook