Entro il 30 giugno 2022 tutte le attuali trasmissioni digitali terrestri dovranno passare al nuovo standard DVB-T2 (HEVC, H. 265), successore della tecnologia di trasmissione DVB-T che ci accompagna dallo storico switch-off della televisione analogica, avvenuto nel 2012.

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Questo cambiamento naturalmente riguarderà anche i televisori e i decoder che già abbiamo in casa: se il tuo dispositivo non è compatibile, infatti, diventerà inutilizzabile per guardare la TV perché non in grado di ricevere e riprodurre il nuovo segnale. Per scongiurare il pericolo dello schermo nero, è consigliabile agire in anticipo. Sebbene il termine possa sembrare ancora lontano, è meglio non correre rischi: il calendario dettagliato del processo non è ancora definito ma potrebbe partire già all'inizio del 2020, a scaglioni regione per regione, per poi concludersi inevitabilmente il 30 giugno 2022, quando le trasmissioni in DVB-T (prima generazione) cesseranno completamente. Inoltre, la legge di Bilancio 2018 del Governo ha stanziato 25 milioni di euro l'anno di contributi per il periodo 2019-2022 destinato a chi non può evitare di comprare una TV nuova o a cambiare il decoder per vedere le trasmissioni in DVB-T2. In questa guida troverai le informazioni essenziali per scoprire cos'è lo standard DVB-T2, il codec H. 265, quali sono i vantaggi e gli svantaggi di questo cambiamento, come capire se il tuo TV o decoder sono già compatibili e come acquistare un dispositivo adatto e sfruttare gli incentivi. DVB-T2: cos'è e quali sono i suoi vantaggi La sigla DVB-T2 indica la seconda generazione dello standard di trasmissione televisiva digitale, il successore della tecnologia DVB-T. Questo nuovo passaggio tecnologico è diventato necessario quando la Commissione Europea ha deciso di liberare la banda di trasmissione dei 700 MHz, che comprende le frequenze tra 694 e 790 MHz, per assegnarle in futuro – tramite un bando di concorso – alle telecomunicazioni mobili 4G e 5G per smartphone e tablet. Il continuo sviluppo della telefonia ha infatti reso necessario trovare nuovi canali e queste frequenze sono particolarmente adatte a penetrare all'interno degli edifici e ad aggirare gli ostacoli architettonici. Il secondo obiettivo è assicurare una maggiore qualità visiva e sonora per i contenuti in alta definizione, dal Full HD all'Ultra HD 4K. Il passaggio al nuovo standard DVB-T2 porta infatti con sé anche l'adozione del codec HEVC a 10 bit (High Efficiency Video Coding, H. 265) . Più efficiente dell'attuale standard MPEG-4 (H. 264), è caratterizzato da una migliore capacità di compressione dei dati senza pregiudicare la qualità. In questo modo, un multiplex (MUX) potrà ospitare più canali rispetto al passato con risoluzioni maggiori. Il codec HEVC supporta infatti immagini in definizione ultra alta, HDR (High Dynamic Range Imaging) e in 3D, fino a 8192×4320 pixel. Dal DVB-T al DVB-T2: le tappe Dal 1 gennaio 2020 al 30 giugno 2022 (le tempistiche dipenderanno dalle singole regioni) le emittenti televisive dovranno lasciare le vecchie frequenze per passare alle nuove assegnate. A differenza di ciò che accadde con lo switch off dall'analogico al digitale, in questo caso non è previsto un periodo di trasmissione parallela utilizzando sia DVB-T sia DVB-T2: significa che il giorno in cui, per esempio, i canali RAI effettueranno il passaggio al nuovo digitale terrestre in una determinata regione, se non avrai un TV T2 non vedrai più i suoi canali. La tecnologia DVB-T2 è invece completamente retrocompatibile: non avere quindi paura di passare “troppo presto” al nuovo standard perché riuscirai a vedere anche le trasmissioni di prima generazione DVB-T. RAI e Mediaset non trasferiranno i loro canali principali fino al giorno che sarà deciso in Parlamento per lo switch-off definitivo. Nei condominii e in tutti gli impianti canalizzati potrebbe essere necessario riconfigurare la centrale di antenna per filtrare correttamente i nuovi canali che si attiveranno. Sarà infatti rivisto anche il sistema di assegnazione automatica dei canali (LCN). DVB-T2: televisori e decoder compatibili Dall'1 luglio 2016, i produttori hanno potuto distribuire nei negozi di settore soltanto televisori dotati di un sintonizzatore DVB-T2. L'obbligo per i negozi di vendere soltanto TV DVB-T2 HEVC è invece scattato dall'1 gennaio 2017: i prodotti acquistati durante quest'anno sono quindi sicuramente già pronti per ricevere le nuove trasmissioni, mentre per quelli acquistati in precedenza è meno probabile, sebbene possibile, specialmente se si tratta di un TV di uno dei maggiori marchi, come Samsung, LG e Sony e se è stato acquistato dopo il 1° luglio 2016. Per assicurarti che il tuo TV o decoder siano dunque pronti per il cambio di tecnologia, devi verificare che alla voce “Sintonizzatore digitale” sia presente la dicitura DVB-T2 HEVC/H265. DVB-T2: Bonus TV 2018 Il disegno di legge di Bilancio 2018, attualmente in esame al Senato, prevede uno stanziamento di 750 milioni di euro di contributi statali per finanziare il passaggio allo standard DVB-T2. La maggior parte dei fondi, circa 600 milioni, sono destinati alle emittenti che dovranno adeguare i propri impianti. I fondi destinati ai consumatori sono circa 100 milioni di euro complessivi, spalmati sul periodo 2019-2022 per 25 milioni l'anno, e saranno destinati a chi è esonerato dal pagamento del canone RAI (le persone con più di 75 anni oppure che si trovano in condizioni economiche disagiate) e deve cambiare il televisore oppure il decoder. In questi casi il contributo unitario sarà fino a 50 euro. Se dovrai cambiare televisore, ti conviene cogliere l'occasione per comprarne uno che possa durare diversi anni, dotato di tutte le tecnologie più all'avanguardia. In questo caso ti consiglio di puntare su una Smart TV, che ti consentirà di collegarti a Internet e alla tua rete casalinga per interagire con il tuo cellulare e seguire i tuoi servizi in streaming preferiti, come Netflix. La risoluzione Ultra HD 4K sta inoltre diventando uno standard specialmente per godersi appieno un film in Blu-ray o videogiochi di ultima generazione, in particolare con il supporto alle codifiche HDR (HDR10 oppure Dolby Vision) e un pannello con un'elevata frequenza di aggiornamento delle immagini. Non dimenticare poi che anche la qualità dell'audio è importante.


04/12/2018

Claudio Varriano

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